Punto militare.
Baghdad liberata, il regime si sgretola

Baghdad è libera. E le statue di Saddam iniziano a cadere tra gli applausi della folla, che festeggia le truppe americane e saccheggia gli edifici del regime distrutti dalle bombe alleate. E' la fine di un incubo, per i cittadini iracheni oppressi dalla dittatura e per chi temeva la guerriglia urbana dei fedayn. Secondo il generale Vince Brooks, portavoce del comando centrale statunitense, ci sono ancora "sacche di resistenza" nella città e nel nord del paese, ma è finalmente possibile affermare che "gran parte dell'Iraq è stato liberato dall'oppressione". Le autorità USA continuano ad essere caute, ma la sensazione è davvero quella che la guerra sia ormai vicina ad una conclusione. Il corrispondente della Reuters, Khaled Yacoub Oweis, ha descritto l'arrivo delle unità corazzate americane nel centro della città senza che venisse sparato un colpo: "E' come se tank iracheni avanzassero su per la Quinta strada a New York o a Piccadilly Circus a Londra''. Hanno fatto il giro del mondo, trasmesse anche dai network televisivi di lingua araba, le immagini di una statua di Saddam nel cuore della capitale, vero simbolo del regime, demolita dalla folla con l'aiuto di un tank statunitense. Quando la statua è crollata, centinaia di cittadini di Baghdad hanno iniziato a danzarci sopra, colpendola con bastoni, sassi e scarpe. E scene simili si ripetono ad ogni angolo della città, con la folla che canta, sventola bandiere, lancia fiori e balla sulle statue cadute.

I marines, da est, sono entrati nel quartier generale della polizia segreta di Saddam, la cosiddetta "Direzione della Sicurezza generale". Ma al loro arrivo il palazzo era già stato preso di mira dagli iracheni, che si stavano dando da fare per portar via tutto il possibile. Secondo gli ufficiali statunitensi, il palazzo ospitava la direzione politica della polizia segreta ed alcune stanze erano ancora piene di documenti che saranno studiati dai servizi di intelligence alleati. Adesso l'attenzione delle forze militari si sposta a nord di Baghdad, verso la città di Tikrit, dove secondo gli analisti si concentra il grosso della resistenza da parte di truppe regolari ed irregolari irachene fedeli al regime di Saddam. Proprio dal fronte settentrionale arriva la notizia del primo sbarco di unità corazzate americane nell'aeroporto di Harir, nei pressi di Kirkuk. Le forze alleate e quelle curde hanno conquistato una montagna strategica dalla quale gli iracheni difendevano Mossul, aprendo la strada per la conquista della città petrolifera del Kurdistan iracheno. Ma per l'assalto finale a Mossul, difesa dall'artiglieria pesante, era appunto necessario attendere l'arrivo delle unità corazzate. Poi toccherà a  Tikrit, il nascondiglio finale di un dittatore senza più dittatura.
(a.man.)

10 aprile 2003

mancia@ideazione.com

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